Puez - Odle - Rifugio Genova – Sass de Putia - 07/09/2019 (con pernottamento)
Week end in un luogo, la Val de Longiarù o Valle dei Molini, dove scoprire il fascino di un paesaggio forse altrove dimenticato, a contatto con la natura e una vita di montagna trascorsa in semplicità e dedita al lavoro manuale.
Potremo, dopo una notte passata in rifugio, ammirare i salti di roccia, la costa ripida e panoramica, vette e canaloni, con le lingue dei ghiaioni che si inseriscono fra la vegetazione, dell’isolato e maestoso Sass de Putia.

Tipologia gita: escursione
Esclusivo fine settimana che ci porterà a scoprire il rilievo di roccia più a nord delle Dolomiti, ossia il Sass de Putia, raggiungendolo dalla valle de Longiarù luogo dal sapore antico e tradizionale della vita semplice di montagna, conosciuta anche come valle dei Molini.
Cosa dire di questa gita ?
Il tempo non è stato clemente, ho cambiato percorso all’ultimo momento per cercare di fare quello che era in programma.
È mancata solo la cima e il gruppo dei crodaioli ha compreso la mia rinuncia, in primis la sicurezza come anche per il rientro sotto una fitta nevicata per il sentiero più lungo ma più sicuro.
Ringrazio tutto il meraviglioso staff, Oriana, Sonia, Annalisa, Fiorenzo, Franco e Adriano perché siamo stati sempre in sintonia sulle decisioni prese. Un ringraziamento di cuore a tutti i partecipanti che non mi hanno fatto pesare le mie decisioni. Il capogita Francesco Bettio
EEA
600 m
2875 m
-
Ho effettuato, finora, tre escursioni con l’Associazione Montagna Viva e vorrei mettere in evidenza il ruolo essenziale dei responsabili della gita.
Con grande spontaneità e impegno, gli accompagnatori ci trasmettono la passione nata dal camminare insieme, ascoltando i propri passi in un ambiente maestoso, in un mondo nuovo e per certi versi sconosciuto.
In particolare, durante l’escursione al Sass Putia svolta il 7 e 8 settembre, il capo gita Francesco ha dimostrato una buona conoscenza dell’ambito montano, unita a una grande esperienza e capacità di orientamento, conducendoci malgrado le condizioni climatiche avverse lungo il più sicuro percorso di rientro.
Un grazie di cuore, oltre a Francesco, anche a tutto lo staff per la sollecitudine e paziente disponibilità verso i partecipanti.
Un disastro: il tempo meteo è stato un disastro. La gita? Un successo. Capacità organizzative mutanti, spirito di adattamento, simpatia ed allegria di gruppo ma soprattutto un grande animatore: Gianpaolo. Nello splendido “dopocena” ha fatto cantare anche i sassi. Grazie di cuore a tutti.
Vi ho seguiti da casa, abbastanza amareggiato per l’evoluzione del meteo che ha inevitabilmente compromesso il programma desiderato dallo staff. Sappiamo bene che con il sole è tutto più bello, e tutti rimangono molto soddisfatti. Sono molto contento di leggere che comunque la compagnia e lo staff sono stati vincenti, per il bene del gruppo, nel giusto spirito che da 26 anni cerchiamo di mantenere. Alla prossima avventura …. insieme.
Cosa dire di questa gita ?
Il tempo non è stato clemente, ho cambiato percorso all’ultimo momento per cercare di fare quello che era in programma.
È mancata solo la cima e il gruppo dei crodaioli ha compreso la mia rinuncia, in primis la sicurezza come anche per il rientro sotto una fitta nevicata per il sentiero più lungo ma più sicuro.
Ringrazio tutto il meraviglioso staff, Oriana, Sonia, Annalisa, Fiorenzo, Franco e Adriano perché siamo stati sempre in sintonia sulle decisioni prese. Un ringraziamento di cuore a tutti i partecipanti che non mi hanno fatto pesare le mie decisioni.
Non eravamo ancora scesi dal pullman e già le sfavorevoli previsioni meteo per il fine settimana iniziavano a concretizzarsi in una innocua pioggerellina, chiaro avviso di una progressiva e negativa evoluzione. Non ci scoraggiammo per questo. Francesco, il nostro bravo capo gita, aveva già elaborato il piano B: gruppo compatto, rinuncia al tratto su ferrata ed inversione di marcia del percorso ad anello.
Ci mettemmo quindi in cammino, ordinatamente in fila. Poco dopo fu necessario proteggersi con le mantelle impermeabili, sotto una pioggia sottile ed insistente, di quelle che abbeverano silenziosamente suolo e creature.
Dal cielo, inizialmente d’un grigio compatto, si levò un calmo vento freddo, che generò nuvole gravide di pioggia ad avvolgere il panorama con umide braccia. La foschia impediva la vista dei monti circostanti ed il paesaggio, quasi privo di prospettiva, assunse in lontananza colori tenui, a tratti assopiti. Solo il verde, a sprazzi, alternava pennellate più decise a tenui sfumature, talora vibranti per quel poco che la luce diurna elargiva.
Molto più avanti, in prossimità del rifugio Genova, meta del primo giorno dell’escursione, mi sorpresi ad ammirare gli squarci che il vento produceva tra le nubi, simili ora a vesti strappate, adagiate o svolazzanti sui pallidi corpi rocciosi, lasciando intravedere, quasi con pudicizia, forme e profili, a suggellare, senza renderla evidente, l’incombente maestosità delle circostanti vette.
Trascorremmo allegramente la serata, cenando in compagnia. Piatti semplici e vivaci battute tra canti e festeggiamenti per il compleanno di Francesco. Alla chitarra ritmica, Gian Paolo; voci e cori, tutti noi. Poi sopraggiunse la notte ed il buio, senza stelle, solo un buon sonno e la promessa di una nuova alba.
Il mattino dopo, sulla via del ritorno, la neve ci accolse ed abbracciò per un lungo tratto, silenziosamente, con discrezione; poi, scesi a quota più bassa, in assenza di vento, i fiocchi mutarono nell’abluzione purificatrice di una pioggia continua, a tratti copiosa.
In quel frangente mi trovai a riflettere su quanto le nostre emozioni si nutrano dell’ambiente in cui viviamo, poiché ne siamo parte e, al pari delle montagne, siamo spesso negativamente velati da nubi, passivamente sferzati dal vento, dilavati e mondati dalla pioggia, abbagliati o illuminati dalla luce. Siamo anche vitali come la fauna, attivamente avidi come ogni fiore o filo d’erba che trae alimento da un po’ di fango. Siamo senzienti e consapevoli, testimoni dell’esistenza ed immeritevoli ma partecipi attori di una Immensa Cura.
Dopotutto…, domani nascerà il sole.